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Questo è il territorio dove il nostro Coro è nato e dove opera prevalentemente da ormai più di 20 anni. Siamo nell' estremo sud della Toscana, ai confini con il Lazio, in un comprensorio dove Madre Natura si è espressa al massimo delle sue capacità, raccogliendo in poco spazio tutto ciò che di bello poteva creare. Una campagna incontaminata e generosa, un mare e delle coste mozzafiato e isole incantevoli, meta da sempre di turisti in cerca di pace e tranquillità. Anche la montagna non è molto lontana, raggiungibile in poco tempo, per completare e soddisfare tutte le esigenze di lavoro e svago della nostra gente.
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La nostra storia nasce in quel di Firenze, seduti su un muretto del Lungarno, sotto un bel sole, nel primo pomeriggio di una domenica invernale. Il gruppo formato da 9 persone, si chiamava "Coro Michelangelo Ulivi", nome del vecchio Coro del Duomo di Orbetello, in quei giorni a Firenze per preparare un Concerto con il Coro Regionale Toscano, nel quale eravamo entrati a far parte dopo una severa selezione. Il fatto di essere stati scelti, unico Coro della Provincia di Grosseto, ci fece pensare in grande: volevamo crescere, volevamo formare un Coro più numeroso. Pensammo ad un nuovo nome, il vecchio ci stava stretto, non tanto per l'importanza storica del personaggio, ma perchè non dava l'esatta dimensione di ciò che eravamo e di ciò che volevamo essere.
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Porto S. Stefano |
foto di Marco Solari |
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Orbetello |
foto di Marco Solari |
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Infatti in quel nucleo di Coro vi erano persone provenienti da tutto il comprensorio, da Manciano a Monte Argentario, da Albinia a Capalbio ed ovviamente ad Orbetello. Volevamo essere un gruppo di aggregazione culturale per l'intera zona, una Associazione per le persone che avevano il gusto e la voglia del cantare insieme e così cercavamo un nome che potesse riassumere questa intuizione.
Non ricordo esattamente chi disse: "Chiamamoci Ager Cosanus, Coro Ager Cosanus".
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Ci piacque subito questo nome dal sapore antico che nella parola "Ager", terra, territorio, campo, campagna, sintetizzava perfettamente il lavoro che si svolge in un Coro. Nel campo c'è il tempo della semina, nel Coro quello dello studio; da una parte si attende che la terra dia i frutti desiderati, dall'altra s'interiorizza il significato di un brano e se ne curano i particolari; nella campagna c'è la stagione in cui si raccolgono i frutti e nel Coro quella in cui si dona agli altri un frammento di cultura attraverso le esibizioni pubbliche. Poi il ciclo continua e si ricomincia, anno dopo anno.
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Porto Ercole |
foto di Marco Solari |
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Ansedonia (Antica Cosa) |
foto di Marco Solari |
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"Ager" ci ricordava anche l'attaccamento al nostro territorio e "Cosanus" (dall'antica città romana di Cosa) ne precisava i confini e la nobiltà di questa terra che tutti ci raccoglieva e tutto conteneva.
Così siamo nati. Avevamo chiaro l'obiettivo che intendevamo raggiungere: un Coro aperto a pluralità di esperienze musicali e teatrali, un Coro in sintonia con le realtà culturali e sociali presenti nel territorio.
Giovanni Segato
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La filosofia del nostro Maestro è.......
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Vi siete mai chiesti quale sia la differenza tra un gruppo di persone che suonano in una orchestra e quelle che cantano? Gli uni si esprimono mediante qualcosa fuori da loro, uno strumento esterno, chi canta mette in gioco quello che ha dentro e, molto spesso, quello che pensa di avere.
Nel Coro non possiamo essere tutto noi stessi senza l'altro che ci sta accanto, non ci può essere un Coro senza "sentire" il bisogno l'uno dell'altro. Se ci pensiamo bene, quando canto io, rimango io, ma con un altro accanto sono un'altra cosa: dono qualcosa e qualcosa ricevo, non sono più un "solo" ma un "insieme".
Tale è lo scopo di questo Coro: creare un gruppo di persone che entrano in sinergia, in rapporto con gli altri.
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Il Maestro Giovanni Segato
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Contralti impegnati nelle prove |
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Per questo ho accolto e incoraggiato (ne sono testimonianza gli inviti fatti in ogni occasione pubblica) tutti ad intraprendere questa esperienza di crescita e di dono e ogni volta mi sono sentito dire: "sono stonato, non ho una bella voce" e io rispondo: "chiedo solo un pizzico di intelligenza e di gratuità, della voce non mi interessa nulla, mi incuriosisce il tesoro che ognuno di voi ha". Ho sempre chiesto a voi una parte del vostro cuore, tanto impegno, applicazione, pazienza e perseveranza, mai una bella voce. Penso a quanti mi dicono: "mi sento inadeguato, penso di rovinare quello che gli altri stanno facendo perché non ho una bella voce" ed io che ogni volta cerco di rincuorare e dare coraggio.
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Chissà se sono riuscito a far capire che al Coro, a questo Coro, non interessa la voce ma la ricchezza interiore che ognuno ha.
Se questo è il Coro che ho in mente, non può esserci invidia, gelosia nei confronti di altri. In questo gruppo non mi sono mai considerato come un maestro, ma uno che indica una delle possibili strade, che raccoglie ciò che esprimono i vostri cuori e le vostre intelligenze e le unisce. Le strade che ho indicato le ho sempre provate su me stesso in modo da non chiedere mai cose che non si possono realizzare.
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Soprani attenti alle spiegazioni del Maestro |
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Tenori pronti ad iniziare |
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Nessuno, ribadisco nessuno, nel nostro comprensorio ha mai fatto le esperienze che noi abbiamo compiuto: abbiamo cantato, viaggiato, recitato, ballato, realizzato operette, opere, musical, con tutti, dai ragazzi diversamente abili e giù giù fino a grandi personaggi del panorama musicale internazionale; abbiamo cantato nelle situazioni più assurde, e anche quando le cose non sono andate come volevamo, ci siamo guardati negli occhi, abbiamo sorriso e abbiamo guardato avanti.
Mai a nessuno ho detto:"se canti in un altro Coro sei fuori", anzi ( e molti ne sono testimoni) ho sempre incoraggiato nuove esperienze, incontri e partecipazioni ritenendo che altre conoscenze fanno diventare una persona più ricca, più consapevole e quando, e se, ritornerà in questo Coro avrà qualcosa da dire, un qualcosa in più da donare a tutti noi.
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Molti di voi sono entrati negli ultimi 3-4-anni, molti altri solo da qualche mese ed alcuni hanno espresso la volontà di rimanere: avete visto, provato, cantato, fatte esperienze che, qualunque sia stato il risultato o il vostro giudizio, è evidente che hanno segnato la vostra vita e la mia, e come vedete il risultato da: la nostra vita.
Questo è quello che vorrei dirvi: la cosa splendida in un gruppo e di questo Coro, almeno è quello che spero, è l'accoglienza e l'amicizia, dove non si cerca soltanto un sorriso o un aiuto o il solo stare in compagnia, ma è tale quando si scopre che qualcuno crede in te ed è disposto a fidarsi di te e siccome dall'altra parte c'è un altro Te si diventa un Noi dove ci si fida e ci si rispetta a vicenda.
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Bassi ..... latitanti, ma stanno per arrivare! |
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